Qualcuno di voi saprebbe
indicarmi sulla cartina la posizione esatta dell’Eritrea? Forse nelle regioni
padane investirebbero nei suoi titoli di stato ma ben pochi saprebbero citarne i
piatti tipici, così come correttamente collocarla su di una cartina geografica.
Nel cuore di Milano c’è
un ristorante etnico, il Warsa, che mi ha particolarmente colpito. Ammetto che,
non essendo cultore della storia culinaria africana, molto probabilmente non
riconoscerei le differenze tra un piatto congolese ed uno eritreo, ma posso
assicurarvi che ho subito notato la differenza tra un piatto eritreo ed uno
italiano: il primo si mangia con le mani, il secondo con l’ausilio di comode
forchette.
Ebbene sì, il Warsa, ristorante eritreo che non conosce l’esistenza
delle posate merita 2,5 Stelle Michel, e vi spiego il perché.
Innanzitutto è un locale
molto tipico, si può scegliere se desinare (s)comodamente seduti su minuscole
sedie (tipiche, o almeno così ci dicono) o all’occidentale, su supporti di
legno con quattro gambe chiamati comunemente “tavoli”. Il ragazzo che serve è anche colui che gestisce tutto, ma
tutto proprio tutto, tanto da non vedere nessun altro per tutta la durata del
pasto. E’ bravo nonché decisamente simpatico (è inutile che chiedete le
forchette, piuttosto chiude il locale ma non ve le da).
Chiediamo il menù: non
esiste. Perfetto, vende tappeti? No, esiste solo un piatto in triplice versione:
lo Zighni, di manzo, pollo o pesce. Ci buttiamo sullo Zighni di manzo. Dopo un
antipasto decisamente piacevole e appena stappato il vino bianco sudafricano (Cabernet
Sauvignon, anch’esso piacevole), arriva la portata principale. Il piatto si
presenta con un tenerissimo, piccante e generoso spezzatino di
manzo al centro circondato da verdure lessate alla perfezione e speziate in
modo molto corretto. Tutto buonissimo, saporito e mai monotono.
Voi mi chiederete, ma come
hai mangiato lo spezzatino senza posate? Hai costruito una forchetta con una
graffetta che hai trovato dispersa nella tasca destra del tuo giubbotto?
Nonostante la prospettiva
della grafforchetta fosse allettante, la soluzione era tuttavia compresa nel
piatto. Lo Zighni, infatti, viene servito accompagnato dal pane locale (che mi
dicono chiamarsi Ingera), composto di tre farine differenti dalla consistenza, direi…elastica
(tipo Tensoplast, insomma) e che funge anche da "letto mangiabile" del piatto. Ecco, strappatene un pezzo e create l’involtino che
più vi aggrada: spezzatino, carote e ceci? Non vi piace? Beh, allora cosa state
leggendo a fare la recensione di un ristorante eritreo?? Mah…
Spazzolato il mirabolante
Zighni, colmi di cibo ma sempre curiosi, ordiniamo l’unico dolce della casa
(che il proprietario ci avverte essere di matrice egiziana, in Eritrea non
esistono dolci) accompagnato da una miscela di tè locale alla cannella (molto interessante).
Conto finale per 3
persone: Euro 80, comprensivo di:
- Zighni di manzo
- bottiglia di Cabernet Sauvignon del Sud Africa75cl
- dolce
- tè locale
- caffè
Responso: vedendo il conto finale forse vi chiederete perché questo locale merita così tante stelle. La risposta sta nella sua unicità. Per la quantità di cibo mangiato, unita alla (sorprendente) qualità dello stesso ed all’esperienza di sporcarsi tutta la camicia scoprendosi inabili a mangiare senza posate, il rapporto di convenienza è decisamente buono.
Informazioni utili
Location:
Sito web: http://www.ristorantewarsa.it
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